Fotocamere analogiche

Nikon F

La Nikon F è probabilmente la più famosa reflex 35mm mai esistita. Fortemente innovativa per l’epoca ed estremamente affidabile, divenne fin da subito la fotocamera più diffusa tra i professionisti, in particolare tra quelli dediti al foto giornalismo. Oggi, ad oltre 60 anni dalla sua apparizione sul mercato, la F è ancora molto apprezzata sul mercato dell’usato, sia da parte di collezionisti che dei molti appassionati alla fotografia analogica.

L’arrivo della Nikon F

Alla fine degli anni ’50 le reflex 35mm non erano certamente una novità. La Ihagee produceva già dal 1934 le Exakta, una linea di fotocamere reflex che di lì a due anni avrebbe adottato il mirino intercambiabile. Nel 1948 era apparsa la Rectaflex, prima ed unica reflex 35mm fabbricata in Italia, che quattro anni dopo sarebbe stata affiancata da un modello dotato di torretta a 3 obiettivi, come era in uso da tempo sulle cineprese. La Zeiss Ikon di Dresda aveva introdotto nel 1949 la Contax S, prima reflex 35mm dotata di pentaprisma (che consentiva una visione non invertita sinistra-destra). Nel 1954 la giapponese Asahiflex fu invece la prima ad avere lo specchio a ritorno istantaneo (sembrerà una banalità, ma fino ad allora lo specchio restava sollevato dopo lo scatto e ritornava in posizione abbassata solo con l’azionamento della leva di avanzamento del film).

Prima della F la Nikon non aveva prodotto altre reflex. Si era però conquistata un’ottima reputazione grazie all’affidabilità delle sue fotocamere a telemetro1 e alla qualità dei suoi obiettivi, al punto tale che aveva iniziato a competere con Leica e Zeiss Ikon, le rinomate case tedesche che negli anni ’50 erano il punto di riferimento dei professionisti2.

Fu proprio l’affidabilità uno dei punti di forza che determinarono il successo della Nikon F in campo professionale. La Nikon F era stata progettata e testata per operare in condizioni ambientali estreme. Solo per fare un esempio, il suo otturatore era stato sottoposto a dei test che prevedevano fino a 100.000 cicli di funzionamento1. Nessun prodotto della concorrenza era in grado di garantire una simile affidabilità.

Un altro punto di forza alla base del successo della Nikon F fu l’espandibilità. Il corpo della fotocamera era infatti al centro di un completo sistema di accessori che includeva mirini, obiettivi, schermi di messa a fuoco e molto altro. Questo era un enorme valore aggiunto per un professionista, che poteva comporre e aggiornare la propria attrezzatura secondo le proprie necessità.

Pubblicità della Nikon F – (Photo by Nesster CC BY 2.0)

Quando fu presentata sul mercato, nel marzo del 1959, la prima versione della Nikon F presentava delle caratteristiche decisamente avanzate per l’epoca. L’otturatore, grazie alle tendine in titanio, arrivava fino a 1/1000s. Gli obiettivi erano dotati di un attacco a baionetta, anziché il tradizionale attacco a vite, e potevano pertanto essere sostituiti molto più velocemente. Il mirino intercambiabile offriva un’enorme versatilità. Il diaframma automatico non era comune a quel tempo, ma estremamente importante per le reflex mono-obiettivo, in quanto rendeva possibile comporre la scena e mettere a fuoco alla massima luminosità dell’obiettivo, indipendentemente dall’apertura impostata, per poi chiudersi automaticamente solo al momento dello scatto.

Queste erano le specifiche della prima Nikon F:

  • Reflex 35mm a singolo obiettivo (SLR) in grado di produrre un fotogramma di 24x36mm
  • Mirino a pentaprisma, intercambiabile, con copertura pari al 100% del campo di ripresa
  • Schermo di messa a fuoco intercambiabile (quello in dotazione è a micro-prismi con immagine spezzata)
  • Obiettivo intercambiabile con attacco Nikon F
  • Diaframma automatico
  • Otturatore a tendine in titanio a scorrimento verticale, con tempi di otturazione da 1/1000 s a 1s (con possibilità di arrivare fino a 10 s utilizzando l’autoscatto) e tempi di posa B e T
  • Sincronizzazione flash fino a 1/60s
  • Autoscatto, con intervallo regolabile da 2 a 10 s
  • Pulsante di verifica della profondità di campo
  • Specchio a ritorno istantaneo
  • Possibilità di sollevare manualmente lo specchio prima dello scatto (indispensabile per poter montare alcuni obiettivi il cui elemento posteriore protrude all’interno del corpo)
  • Nessun alloggiamento per la batteria (non necessaria, essendo la fotocamera totalmente meccanica)
  • Predisposizione per motore
  • Peso: 600 g (solo corpo, senza mirino), 685g (corpo con mirino, senza obiettivo)
  • Disponibile con finitura cromata o nera

I mirini

Il mirino in dotazione al primo modello di Nikon F era un semplice pentaprisma privo di esposimetro, che è oggi comunemente chiamato “eye-level finder”, per distinguerlo da quello a pozzetto (“waist-level”) che a quel tempo era disponibile come accessorio.

Nikon-F eye-level finder
Nikon F con mirino a pozzetto – Photo by s58y (CC BY 2.0)

I nuovi obiettivi

Assieme alla Nikon F, venne progettata una serie di obiettivi completamente nuova. L’accoppiamento con il corpo macchina, denominato Nikon-F, sarebbe divenuto uno degli standard più longevi nella storia della fotografia, essendo ancor oggi utilizzato (con le dovute migliorie) sulle reflex digitali Nikon.

L’attacco Nikon-F è di tipo a baionetta, come quello utilizzato sulle Nikon a telemetro, ma con un bocchettone di diametro più ampio (44mm) in modo da non limitare la possibilità di utilizzare obiettivi più luminosi.

Sui primi modelli dei nuovi obiettivi la dicitura “Auto” evidenziava che erano dotati di diaframma automatico. Tale dicitura sparì dopo pochi anni, quando il diaframma automatico sarebbe divenuto una caratteristica oramai comune a tutti gli obiettivi sul mercato.

I primi obiettivi con attacco F furono messi sul mercato in concomitanza con la Nikon F:

  • NIKKOR-S Auto 3.5cm f/2.8,
  • NIKKOR-S Auto 5cm f/2,
  • NIKKOR-P Auto 10.5cm f/2.5,
  • NIKKOR-Q Auto 13.5cm f/3.5).

In quegli anni la lunghezza focale veniva indicata in cm. Gli obiettivi riportavano la denominazione NIKKOR, seguita da una lettera che indicava il numero di lenti (Q=quattro, P=cinque, S=sei).

L’evoluzione della Nikon F

Il componente a quel tempo maggiormente soggetto ad evoluzione, e che pertanto poteva rapidamente determinare l’obsolescenza di una fotocamera, era l’esposimetro. La Nikon F era stata progettata in modo tale da separare totalmente dal corpo macchina le funzionalità esposimetriche, che erano invece inglobate nel pentaprisma.

La Nikon-F senza il mirino

In questo modo fu possibile riutilizzare lo stesso corpo macchina per tutti i successivi modelli di Nikon F, che avrebbero via via introdotto misurazioni esposimetriche sempre più avanzate.

Con il primo modello di Nikon F, quello con il semplice mirino “eye-level”, occorreva dotarsi di un esposimetro esterno: si misurava l’esposizione, si sceglieva una delle coppie tempo-diaframma e la si impostava sulla fotocamera agendo sulla ghiera dei tempi e su quella dei diaframmi.

La Nikon rese inizialmente disponibile, come accessorio da montare sulla fotocamera, un esposimetro al selenio, denominato “I-type”, che risultò essere il primo al mondo ad essere accoppiato sia ai tempi che ai diaframmi.3

Nikon F con esposimetro al selenio (Photo by s58y CC BY 2.0)

L’esposimetro era infatti dotato di una propria ghiera dei tempi che si sovrapponeva a quella della fotocamera accoppiandosi ad essa mediante un perno metallico. In questo modo, impostando il tempo di otturazione sull’esposimetro automaticamente lo si impostava anche sulla fotocamera.

L’informazione sull’effettivo diaframma impostato veniva invece trasmessa all’esposimetro attraverso una piccola forcella metallica solidale con la ghiera dei diaframmi. Al momento del montaggio dell’obiettivo sul corpo macchina, un perno facente parte dell’esposimetro si andava ad inserire in tale forcella. In questo modo, l’esposimetro era costantemente informato dell’effettivo diaframma impostato. Operando a tutta apertura (grazie al diaframma automatico) era infatti essenziale passare all’esposimetro tale informazione.

Una volta impostata la sensibilità del film (in ASA, equivalenti agli odierni ISO) era sufficiente impostare la coppia tempo-diaframma, verificando che il galvanometro posto all’esterno dell’esposimetro indicasse che l’esposizione fosse corretta.

L’esposimetro al selenio non aveva necessità di batterie, ma aveva il difetto di non essere abbastanza sensibile in condizioni di scarsa luminosità. Fu così che nel 1962 fu introdotta la Nikon F Photomic, dotata di pentaprisma con esposimetro a misurazione esterna mediante fotoresistenza al solfuro di cadmio (CdS).

Nikon F Photomic (#####)

Il voluminoso pentaprisma, così come quello dei modelli successivi, ospitava anche l’alloggiamento della batteria (PX13 al mercurio, oggi non più prodotta). La corretta esposizione era visualizzata all’interno del mirino attraverso l’ago di un galvanometro.

Avendo la fotoresistenza un angolo di “visuale” simile a quello di un obiettivo di focale standard (50mm), la misurazione diveniva tanto meno affidabile quanto più la focale l’obiettivo montato sulla camera si allontanava da quella standard. Inoltre, nel caso in cui fossero montati dei filtri, occorreva apportare una correzione manuale ruotando la ghiera degli ASA. Una misura dell’esposizione fatta attraverso l’obiettivo avrebbe risolto questi problemi.

Si dovette attendere il 1965 per vedere finalmente sul mercato la Nikon F Photomic T, il cui pentaprisma era dotato di esposimetro TTL (through-the-lens), ossia che misurava la luce attraverso l’obiettivo.

Nikon F Photomic T (Photo by pumpkinpies CC BY-NC-ND 2.0)

Nel 1967 arrivo la Nikon Photomic FT, con misurazione TTL media a prevalenza centrale (ossia la luminosità della zona centrale contribuisce al 60% della misurazione, la parte restante al 40%).

Con la misurazione TTL sorgeva però un nuovo problema: l’esposizione effettivamente misurata dipendeva dall’apertura massima dell’obiettivo. Occorreva pertanto impostare manualmente tale informazione ogni volta che si cambiava l’obiettivo. Tale operazione (denominata “indicizzazione”) consisteva nell’impostare un offset sulla ghiera degli ASA, in funzione dell’apertura massima dell’obiettivo.

A semplificare le cose ci pensò fortunatamente la Nikon F Photomic FTn, che arrivò sul mercato anch’essa nel 1967, pochi mesi dopo la FT.

La FTn manteneva la misurazione a prevalenza centrale della FT, ma rendeva possibile una procedura di indicizzazione più veloce: una volta montato l’obiettivo, occorreva ruotarlo prima verso un diaframma più chiuso di f5.6 e poi fino all’apertura massima.

In questo modo, il meccanismo di indicizzazione riusciva a determinare in modo semi-automatico l’apertura massima dell’obiettivo a partire dalla distanza angolare tra la posizione (nota) della ghiera su f5.6 e la posizione corrispondente alla massima apertura.

C’era comunque la possibilità di verificare, attraverso la posizione di un cursore sul pentaprisma, che la massima apertura così rilevata fosse corretta.

La FTn fu l’ultimo modello di Nikon F. Il suo successo fu tale da restare in produzione fino a marzo del 1974, malgrado l’uscita sul mercato nel 1971 della F2, la nuova reflex professionale che avrebbe presto incontrato l’indiscusso favore dei professionisti.

In tutto questo arco di tempo, dal 1959 al 1974, il primo modello di Nikon F, quello con il semplice mirino “eyelevel” privo di esposimetro, non uscì mai di produzione, anche se sia il corpo che il pentaprisma furono soggetti a modifiche che ne mutarono in minima parte l’aspetto.4

Complessivamente, furono 862.600 gli esemplari di Nikon F prodotti.5

Ulteriori approfondimenti

Debut of Nikon F (https://imaging.nikon.com/history/chronicle/history-f/index.htm) – La storia dettagliata e avvincente di come nacque, come venne progettata e come fu introdotta sul mercato la Nikon (pubblicata sul sito Nikon)

Nikon F instruction manual (https://www.butkus.org/chinon/nikon/nikon_f/nikon_f.htm) – Il manuale originale della Nikon F, disponibile grazie al sito mantenuto da Michael Butkus (una vera miniera di manuali di fotografia vintage)

Nikon F – The Camera That Changed Everything (https://casualphotophile.com/2018/04/27/nikon-f-retrospective/) – La storia della Nikon F, raccontata in modo appassionante da Josh Solomon

Focus sur le Nikon F : le boitier par où tout a commencé (https://lemag.nikonclub.fr/focus-nikon-f/) – La Storia delle Nikon F, da nikonclub.fr

Nikon F Collection and Typology by Richard de Stoutz (https://www.destoutz.ch/nikon-f.html) – Questa enorme collezione (con immagini, descrizioni, manuali, accessori e obiettivi) è un punto di riferimento assoluto per chiunque voglia approfondire la conoscenza della Nikon F

Nikon – A Pictorial History (http://mir.com.my/rb/photography/companies/nikon/htmls/models/index.htm) – La storia e la descrizione approfondita di tutti i prodotti Nikon, sul sito di Photography in Malaysia

Lens Survey And Subjective Evaluations (http://www.naturfotograf.com/lens_surv.html) – Le prove dei principali obiettivi Nikkor, fatte da Bjørn Rørslett

Riferimenti

  1. Nikon Rangefinder Cameras, by Nikon Corporation[][]
  2. Nikon F – The Camera That Changed Everything, by Josh Solomon[]
  3. Debut of Nikon F, by Nikon Corporation[]
  4. Nikon F Collection and Typology, by Richard de Stoutz[]
  5. Robin Lenman, The Oxford Companion to the Photograph, Oxford Univerity Press[]