Fotocamere analogiche

Hasselblad 503CX

Hasselblad 503CX kit

Il brand svedese Hasselblad è indissolubilmente legato alle fotocamere medio formato più famose al mondo. Qui parlerò della 503CX, della sua storia, delle sue caratteristiche e di come possa dare ancora molte soddisfazioni a chi oggi ama vivere l’esperienza della fotografia analogica. È una fotocamera a sistema, quindi quello che leggerete è in gran parte valido anche per gli altri modelli della famiglia V System serie 500. Buona lettura!

Breve storia della Hasselblad e del V System

Tutto nacque grazie alla visione lungimirante di un ingegnere di 35 anni, Victor Hasselblad, il cui bisnonno aveva fondato nel 1841 a Göteborg la Wictor Hasselblad & Co che operava attivamente nel commercio internazionale e che divenne nel 1885 l’unico distributore di materiale fotografico della Eastman, l’allora futura Kodak.

Fin da ragazzo Victor fu allevato a pane e fotografia. Il nonno Arvid lo aveva mandato in giro per il mondo come tirocinante presso le principali industrie fotografiche, ma al suo ritorno in Svezia Victor decise di andare per conto suo. Aprì a Göteborg un negozio di fotografia, ma era solo il punto di partenza. La fama della sua competenza si era diffusa a tal punto che il governo svedese gli commissionò nel 1941 la realizzazione di una fotocamera per ricognizioni aeree.

Nacque così la HK-7, a cui seguì la SKa4. Entrambe destinate ad un uso militare, presentavano già alcune caratteristiche tecniche ed estetiche che avrebbero caratterizzato la successiva produzione di fotocamere per il mercato consumer e professionale.

Nel 1948 apparve la Hasselblad1600F, le cui caratteristiche costituivano un primato assoluto per l’epoca: reflex a singolo obiettivo, produceva negativi quadrati 6×6 cm, aveva un otturatore a tendina che arrivava a 1/1600 s. Era inoltre una fotocamera a sistema, ossia composta da diverse parti intercambiabili (obiettivo, magazzino, mirino) in modo da consentire una totale personalizzazione dell’apparecchio. Era nato il famoso V System, le cui specifiche avrebbero consentito un’interoperabilità completa degli accessori delle fotocamere che sarebbero state prodotte negli anni a venire.

L’otturatore a tendina non consentiva di usare tempi più brevi di 1/25s con il flash, limitandone l’uso in esterni. Tale limitazione venne superata nel 1957, quando vide la luce la Hasselblad 500C i cui obiettivi erano tutti dotati di otturatore centrale e permettevano quindi di utilizzare il flash su tutti i tempi. La 500C fu il primo modello della serie 500 del V System e rimase in produzione fino al 1970, quando arrivò la 500C/M dotata di schermo di messa a fuoco intercambiabile. Seguirono la 503CX (1988), la 500 Classic (1990), la 501C e la 503CXi (1994), la 503CW (1996), la 501 C/M (1997). Considerando che la 503CW rimase in produzione fino al 2013, il System V serie 500 fu presente sul mercato per ben 56 anni stabilendo il record di longevità per una fotocamera a sistema.

Oltre alla serie 500, il V System comprendeva anche le serie 2000 e 200 (prodotte dal 1977 al 2002), dotate di otturatore a tendina ma compatibili con gli obiettivi della serie 500, la serie EL (1965-2006), con avanzamento automatico a motore, ampiamente utilizzata nella fotografia in studio e la Superwide (1954-2006), comprendente fotocamere a mirino dotate di ottica fissa grandangolare da 38mm.

La Hasselblad 503CX

La Hasselblad 503CX, prodotta tra il 1988 e il 1994, fa parte della fortunata famiglia V System serie 500.

Molto simile al precedente modello (500C/M), si distingue da esso per alcune significative innovazioni come lo schermo di messa a fuoco Acute Matte, molto più luminoso e in grado pertanto di facilitare la messa a fuoco, un nuovo rivestimento interno del corpo macchina capace di ridurre considerevolmente i riflessi spuri, e la possibilità di esposizione TTL con il flash.

Era venduta in kit, con l’obiettivo normale (80mm), il magazzino per il film, il mirino a pozzetto e la tracolla.

Una volta rimosse tali parti appare evidente l’essenzialità e l’eleganza del corpo macchina: praticamente un cubo, con il telaio realizzato in un sol pezzo in alluminio pressofuso.

il corpo macchina della 503CX

Esaminando il corpo è possibile osservare superiormente lo schermo smerigliato (anch’esso intercambiabile) e le guide per il montaggio del mirino.

Nella parte posteriore si aggancia, mediante un accoppiamento a tenuta di luce, il magazzino del film. Sostituendo il magazzino è possibile passare velocemente da un tipo di film ad un altro. Un volet metallico protegge il film dalla luce quando il magazzino non è montato sul corpo macchina.

Anteriormente è presente il bocchettone di attacco a baionetta dell’obiettivo, il pulsante di scatto (dotato di levetta di blocco) e il pulsante per rimuovere l’obiettivo. All’interno del corpo è visibile lo specchio, che quando la fotocamera è armata è abbassato in modo da riflettere verso il vetro smerigliato l’immagine ripresa dall’obiettivo. È inoltre visibile un alberino attraverso il quale il corpo trasmette all’obiettivo i comandi per chiudere il diaframma all’apertura impostata, azionare l’otturatore e, attraverso l’applicazione di una coppia al momento dell’avanzamento del film, riarmare l’otturatore.

Tenendo premuto l’apposito pulsante di sblocco situato in basso sul corpo macchina l’obiettivo può essere rimosso ruotandolo leggermente in senso antiorario rispetto al corpo. Tale operazione è possibile solo se la fotocamera è armata.

Come già anticipato, tutte le fotocamere della serie 500 hanno l’otturatore centrale, pertanto ciascun obiettivo è dotato di un proprio otturatore. In realtà anche il corpo macchina ha un otturatore, costituito da due semplici antine in gomma che si aprono prima dello scatto e si richiudono subito dopo. Il compito di tale otturatore ausiliario è principalmente quello di proteggere il film dalla luce quando si sostituisce l’obiettivo e il volet non è inserito nel magazzino. Può comunque essere utilizzato anche come otturatore principale (con un tempo fisso di 1/30s) nel caso in cui si utilizzino degli obiettivi privi di otturatore, come quelli delle serie 200 e 2000.

Nella parte inferiore del corpo si trova l’attacco filettato per il treppiede. Una piastra di aggancio rapido era disponibile come accessorio, ma oggi la maggior parte dei treppiedi offre soluzioni equivalenti.

Sul lato destro del corpo è presente la manovella di carica, l’attacco per la cinghia a tracolla e il pulsante di pre-scatto. Attraverso quest’ultimo è possibile sollevare lo specchio e aprire l’otturatore ausiliario prima dello scatto, in modo da ridurre le vibrazioni inevitabilmente introdotte da tali meccanismi. È bene ricordare che una volta attivato il comando di pre-scatto è obbligatorio scattare (ma un trucco per disattivarlo consiste nel rimuovere il magazzino, scattare, riarmare e rimontare il magazzino).

Sulla parte sinistra del corpo è presente l’attacco per il flash e l’impostazione ISO per l’esposizione TTL del flash.

La 503CX è una fotocamera totalmente meccanica e priva di esposimetro. Era tuttavia disponibile come accessorio un bottone esposimetrico da applicare al posto della manovella di carica.

Il rumore dello scatto è unico e inconfondibile, sicuramente commisurato alla mole della macchina. Al momento dello scatto vengono infatti eseguite varie operazioni, ciascuna delle quali dà il suo “contributo acustico”:

  1. si solleva lo specchio
  2. si chiude l’otturatore
  3. si chiude il diaframma all’apertura preimpostata
  4. si apre l’otturatore ausiliario
  5. si apre l’otturatore per il tempo preimpostato
  6. si richiude l’otturatore;
  7. si richiude l’otturatore ausiliario;
  8. si riapre il diaframma.

Lo specchio dopo lo scatto rimane sollevato, ma si riabbassa ruotando il manettino di avanzamento del film, operazione che provoca anche la ricarica dell’otturatore.

I magazzini

Il magazzino fornito in kit con la fotocamera è il modello A12, che consente di fare 12 esposizioni di formato quadrato (6×6 cm) su rullo120.

Sul lato sinistro del magazzino è presente un indicatore di consumo del film a forma di mezzaluna. Appena caricato un nuovo film la mezzaluna è completamente bianca, ma diviene progressivamente rossa a mano a mano che si procede con gli scatti. Quando è completamente rossa significa che tutte le esposizioni sono state completate, oppure che nel magazzino non è presente alcun film.

Magazzini A12 (6×6 cm)

Sul magazzino e sul corpo macchina sono presenti due indicatori che indicano rispettivamente lo stato del magazzino e del corpo macchina. I colori dei due indicatori devono sempre coincidere, se così non fosse il magazzino si troverebbe in uno stato non coerente con quello del corpo macchina. In tal caso occorre rimuovere il magazzino e armare o disarmare il corpo macchina, a seconda dei casi, prima di reinserire il magazzino.

Sul retro del magazzino è presente una tasca in cui inserire un pezzetto della confezione del film a scopo di pro-memoria.

Magazzini Hasselblad A12

Il magazzino può essere sostituito agendo sul comando di sblocco situato superiormente.

Alcuni accorgimenti di sicurezza mettono al sicuro da spiacevoli errori:

  • se non si è estratto il volet dal magazzino, non è possibile scattare,
  • se il volet non è completamente inserito, non è possibile estrarre il magazzino.

Oltre al modello A12 fornito con il kit sono disponibili altri tipi di magazzini.

Il più interessante è sicuramente il modello A16 che rende disponibili 16 scatti in formato 6×4,5 cm su rullo 120 con orientamento “landscape” (ossia con il lato lungo in orizzontale).

Per quanto riguarda invece l’orientamento “portrait”, non essendo agevole ruotare di 90° una fotocamera con mirino a pozzetto, esiste il magazzino A12V che consente 12 esposizioni 4,5×6 cm semplicemente utilizzando in verticale una parte del fotogramma 6×6 cm. Una soluzione migliore dal punto di vista dell’uso efficiente del film è utilizzare il magazzino A16 montando un mirino a prisma con visione a 90°, che consente facilmente di ruotare il corpo di 90°.

Esiste anche il magazzino A16s che offre 16 pose 4x4cm su rullo 120.

Sono stati prodotti anche magazzini per rulli 220 e per film a metraggio da 70mm con doppia perforazione, ma hanno oggi scarse possibilità di utilizzo essendo tali formati di film non più disponibili.

Gli obiettivi

L’obiettivo fornito in dotazione con il kit, è il Planar CF T* 80mm f/2.8, un’ottica di una nitidezza favolosa costruita in Germania e targata Carl Zeiss.

Un’apposita ghiera consente di selezionare il tempo di esposizione che, nel caso dell’80mm fornito in kit, può variare da 1s fino a 1/500s, oltre alla posa B. Un’altra ghiera serve a impostare l’apertura da f/2.8 a f/22 con risoluzione di 1/2 stop. Entrambe le ghiere possono essere temporaneamente bloccate tra di loro mediante un pulsante di interlock in modo da selezionare agevolmente coppie tempo-apertura equivalenti ai fini dell’esposizione.

Sulla ghiera dei tempi di esposizione è presente una posizione F, selezionabile solo premendo un pulsante verde di sblocco, che disabilita totalmente l’otturatore. In questo modo l’obiettivo può essere utilizzato sui corpi delle serie 200 e 2000 dotate di otturatore a tendina.

Un tratto arancione in corrispondenza dei tempi 1s, 1/2s e 1/4s serve a ricordare di tenere premuto il pulsante di scatto per tutta la durata dell’esposizione quando si selezionano tali tempi. Non seguendo tale consiglio potrebbe accadere che l’otturatore ausiliario si richiuda prima dell’otturatore centrale.

La ghiera di messa a fuoco va da 90cm all’infinito. Sono presenti gli indicatori della profondità di campo, che può essere verificata anche visivamente tramite un apposito comando

Per la serie 500 è disponibile un’ampia gamma di obiettivi, quasi tutti di produzione Carl Zeiss. Sono state prodotte diverse serie di obiettivi, di cui è bene imparare a conoscere le caratteristiche per orientarsi meglio nella scelta.

La serie C è la prima serie di obiettivi, tutti realizzati rigorosamente in metallo. Quelli prodotti fino al 1969 hanno una finitura cromata, quelli prodotti successivamente hanno una finitura nera. Il trattamento anti-riflesso è di tipo simple-coating, ma a partire dal 1973 sono stati prodotti obiettivi con trattamento multi-coating marcati con la dicitura T*. Questi ultimi sono decisamente da preferire. Tutti gli obiettivi della serie C hanno di default le ghiere dei tempi e dei diaframmi accoppiate tra loro, in modo da poter scegliere una coppia tempo-diaframma con una semplice rotazione di una ghiera. Per muovere autonomamente la ghiera dei diaframma rispetto a quella dei tempi occorre sbloccarla spingendo verso il corpo macchina una levetta presente sulla ghiera stessa.

La serie CF, di design più moderno e con un otturatore più affidabile, sostituì la serie C a partire dal 1982. Oltre ad avere la possibilità di disinserire l’otturatore tramite la già menzionata posizione F della ghiera dei tempi, gli obiettivi della serie CF hanno di default le ghiere dei tempi e dei diaframmi disaccoppiate. La dicitura T* continuò ad essere utilizzata anche per gli obiettivi CF, sebbene siano comunque tutti con trattamento multicoating.

La serie CB, prodotta dal 1996 al 2006, comprende solo le focali 60mm, 80mm e 160mm. Era una versione economica, progettata con l’intenzione di attrarre un target di mercato più ampio verso il brand Hasselblad.

Infine, le serie CFE e CFi apportano dei miglioramenti sia funzionali che estetici alla serie CF.

Distagon CF T* 50mm f4, Distagon C 40mm f4, Planar CF T* 80mm f2.8, Sonnar C T* 150mm f4

La seguente lista riporta le focali più comuni degli obiettivi, una più completa descrizione è disponibile tramite i riferimenti in bibliografia:

  • F-Distagon 30mm f/3.5 fish-eye
  • Distagon 40mm f/4
  • Distagon 50mm f/4
  • Distagon 60mm f/3.5
  • Planar 80mm f/2.8
  • Planar 100mm f/3.5
  • Sonnar 150mm f/4
  • Sonnar 180mm f/4
  • Sonnar 250mm f/5.6
  • Tele-Tessar 350mm f/5.6

I mirini

Il kit comprende un mirino a pozzetto ripiegabile che ripara il vetro smerigliato dalla luce esterna facilitando la composizione e la messa a fuoco. Il mirino include una comoda lente di ingrandimento che può essere all’occasione sollevata per una messa a fuoco più accurata.

Il mirino a pozzetto fornisce una visione invertita sui lati. Una visione non invertita è invece fornita dai vari mirini a prisma prodotti da Hasselblad, riassunti nella seguente tabella:

Mirinovisioneesposimetro
HC-145°no
NC-245°no
CDSdall’altosi
PME45°si
PM545°no
PME5145°si
PM9090°no
PME9090°si
PM4545°no
Tutti i mirini a prisma

Hasselblad 503CX con mirino PM45

Specifiche tecniche

Tipofotocamera medio formato reflex a singolo obiettivi (SLR) totalmente meccanica
Telaioin pressofusione di alluminio
Formato di ripresa6×6 cm (con il magazzino A12 fornito in kit)
Film utilizzabilirullo 120 (con il magazzino A12 fornito in kit)
MagazzinoA12, intercambiabile
Mirinoa pozzetto, intercambiabile, campo inquadrato 98%
Schermo di messa a fuocoAcute-Matte, intercambiabile
ObiettivoPlanar CF 80mm f2.8, intercambiabile con innesto a baionetta Hasselblad
Otturatorecentrale (incorporato nell’obiettivo), tempi da 1s a 1/500s + posa B
Autoscattono
Controllo profondità di camposi
Magazzini opzionaliA12 per 12 esposizioni 6×6 cm, intercambiabile
Esposimetrono (disponibile come accessorio)
Avanzamento filmmanuale tramite manovella
Specchionon a ritorno istantaneo
Slitta flashno
Presa sincroX (sull’obiettivo)
Controllo flashTTL, solo con flash Hasselblad Proflash 4504 (o altri tramite adattatore)
Attacco per treppiede1/4″
Finituranera o cromata
Dimensioni180 x 114 x 107 mm
Peso solo corpo610 g
Peso totale del kit1510 g
Specifiche Hasselblad 503CX kit

Usare oggi la 503CX

La Hasselblad 503CX è un’ottima fotocamera, robustissima e di qualità eccelsa sia nella meccanica che nell’ottica. Ai suoi tempi era prevalentemente destinata ad un uso professionale, ma oggi è molto ricercata da quanti hanno la passione e la possibilità di vivere (o rivivere) la magia della fotografia analogica.

Sul mercato dell’usato è ben quotata: se quindici anni fa si poteva acquistare l’intero kit, con garanzia, tra i 700 e i 1000 euro, oggi occorre almeno il doppio per portarsela a casa. Può consolare sapere che è solo una piccola frazione di quello che costava nuova (6,9 milioni di vecchie lire nel 1992, equivalenti a circa 14.000 euro di oggi!).

La 503CX può essere tranquillamente adoperata a mano libera, ma dà il meglio di sé quando è montata su un treppiede. In tale situazione può infatti essere utilizzato il comando di pre-scatto, che consente di ridurre le vibrazioni introdotte dal sollevamento dello specchio e dall’apertura dell’otturatore ausiliario.

Personalmente ho sempre usato la 503CX su un treppiede Manfrotto 055XPROB con testa 808RC4. È estremamente solido e versatile, anche se ha un peso non certo trascurabile (circa 4Kg). Inoltre, grazie all’attacco rapido, mettere la macchina sul treppiede è un’operazione molto veloce.

Per chi, come me, ama fotografare in bianco e nero la 503CX è perfettamente adatta per applicare il metodo del sistema zonale ideato da Ansel Adams. La possibilità di cambiare magazzino consente infatti di utilizzare tempi di sviluppo diversi a seconda del contrasto della scena ripresa. Non è chiaramente la stessa versatilità offerta da una camera a grande formato, ma offre quanto basta per utilizzare appieno il sistema zonale.

Trattandosi di una fotocamera priva di esposimetro è necessario procurarsi un esposimetro esterno. Se si vuole adottare il sistema zonale occorre ovviamente dotarsi di un esposimetro spot.

Bisogna poi ricordare, se si usano più magazzini, di impostare ogni volta sull’esposimetro la sensibilità del film che si sta utilizzando in quel momento.

Per quanto riguarda i filtri, consiglio vivamente di dotarsi di anelli di conversione in modo da usare normalissimi filtri da avvitare anziché i costosi filtri a baionetta Hasselblad, oltretutto difficili da trovare sul mercato dell’usato. Ad esempio, un anello di conversione B60-67mm sarà idoneo sia per il Planar CF 80mm che per il Distagon CF 50mm.

Qualche problema lo pone il Distagon 40mm, che monta i rarissimi (e carissimi) filtri a baionetta Hasselblad da 104mm. La soluzione che ho adottato (brutta ma efficace) consiste in un collare in gommapiuma auto-costruito che funge da supporto a normalissimi filtri quadrati 100x100mm.

Consiglio infine, nel caso di uso su cavalletto, di utilizzare lo scatto flessibile e di eliminare la tracolla, in quanto risulta di ingombro, oltre che di potenziale fonte di vibrazioni nelle giornate di vento.

Sembra incredibile ma la 503CX può essere utilizzata anche come fotocamera digitale. Questo perché nel 2004, a seguito della fusione con la danese Imacon A/S, Hasselblad mise in commercio dei dorsi digitali utilizzabili al posto del tradizionale magazzino a pellicola, consentendo a tutte le fotocamere del Sistema V di operare sia su film che in digitale.

I dorsi digitali prodotti da Hasselblad hanno un sensore rettangolare di 36,7 x 49 mm, con un crop factor di 1,5 rispetto al formato rettangolare su film. Questo implica che la focale effettiva va moltiplicata per 1,5. Esistono tre modelli di dorsi digitali: il CF39 (39 Mpixel), il CF22 (22 Mpixel) e il CFVII (16 Mpixel). Vi sono inoltre i dorsi prodotti da Phase One.

Ulteriori approfondimenti

Hasselblad V System (https://www.hasselblad.com/about/history/) – La storia della Hasselblad, raccontata e illustrata sul sito ufficiale della Hasselblad.

The Hasselblad V-system master guide: C and C T* lenses (https://emulsive.org/reviews/camera-reviews/hasselblad-camera-reviews/the-hasselblad-v-system-master-guide-c-and-c-t-star-lenses) – La prima serie di obiettivi Carl Zeiss, descritti in ogni dettaglio.

Hasselblad Historical (http://www.hasselbladhistorical.eu/hw/hwvsys.aspx) – Una raccolta di informazioni e manuali su fotocamere e accessori del V System.